E adesso…

… un bell’esecutivo di scopo. Cioè un governo con il PD, Monti, Vendola, i dissidenti grillini e i berlusconiani buoni che fa una legge finanziaria lacrime e sangue e dà tutto il tempo a Berlusconi e alla Lega di fare la parte degli oppositori all’austerità e magari cavalcare i sentimenti anti euro.

Poi, mi raccomando, a primavera tutti a stupirsi dei risultati elettorali sotto le aspettative e a dare la colpa al popolo ignorante che non capisce.

Al mio Partito

Mi hai dato la fraternità verso chi non conosco
Mi hai aggiunto la forza di tutti quelli che vivono
Mi hai ridato la patria come una nuova nascita
Mi hai dato la libertà che non ha il solitario
Mi hai insegnato ad accendere la bontà come il fuoco
Mi hai impresso la dirittura che occorre all’albero
Mi hai insegnato a vedere l’unità e la differenza tra gli uomini
Mi hai mostrato come il dolore di uno muore nella vittoria di tutti
Mi hai insegnato a dormire sui duri giacigli dei miei fratelli
Mi hai fatto costruire sulla realtà come sopra una roccia
Mi hai reso nemico del malvagio e muro contro il folle
Mi hai fatto vedere la chiarezza del mondo e la possibilità della gioia
Mi hai reso indistruttibile perché con te non finisco in me stesso

PABLO NERUDA, comunista, morto il 23 settembre 1973

 

Ishihara, storia di un provocatore.

Shintaro Ishihara è un personaggio che sembra scritto per un romanzo.

Negli anni ’70 fa carriera nel Partito Liberal Democratico, l’eterno partito di governo giapponese, forma la corrente della Tempesta Blu, ferreamente anticomunisti, i membri della corrente firmano la loro appartenenza col sangue. Diventa famoso per aver basato una campagna elettorale accusando il suo avversario di essere d’origine coreana, rigettando ovviamente le accuse di razzismo.

Razzisti? Noi? Sono loro a essere coreani.

Ishihara prova a dare la scalata al partito, ma chissà come la sue corrente non ispira fiducia, rimane importante ma mai di primo piano. Più passa il tempo, più Ishihara la mette sul radicalismo,  nel 1989 scrive insieme al presidente della Sony il famoso pamphlet “Il Giappone che può dire no” per spingere il paese a rendersi indipendente dagli Stati Uniti sia per l’economia sia per la difesa. Cerca di costruirsi una base sociale finanziando una setta religiosa che però decide di usare i fondi per compiere gli attentati col gas sarin nella metropolitana di Tokyo nel 1995. La botta è troppo grossa per Ishihara che si deve ritirare, salvo poi tornare come indipendente nel 1999 e riuscire a farsi eleggere governatore di Tokyo, e riuscire a farsi rieleggere anche nei due mandati successivi. 

Ishihara però non abbandona le ambizioni nazionali, fonda il Partito dell’Alba che poi fa confluire nel Partito della Restaurazione Giapponese, il primo partito esplicitamente nazionalista ad entrare nel Parlamento dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale (non che i nazionalisti mancassero, come dimostra lo stesso Ishihara, ma dovevano adattarsi alla linea ufficiale della destra liberal democratica). Per costruire il nuovo partito, Ishihara si dimette da governatore di Tokyo e si fa eleggere al parlamento (è interessante notare che il suo successore a Tokyo sia un indipendente sostenuto sia dalla destra ufficiale liberal democratica sia dai nazionalisti. Prove tecniche di governo di ultra-destra).

Arrivando all’attualità, Ishihara è anche colui che ha scatenato l’ultima crisi sulle isole Diaoyo/Senkaku tra Cina e Giappone. Poco più di un anno fa, l’allora ancora governatore di Tokyo annunciò che la città avrebbe comprato le isole contese dal loro propietario privato. Per evitare che una provocazione del genere fosse gestita dal grande vecchio del nazionalismo, il governo centrale non trovò niente di meglio di comprare in prima persona le isole.

Riuscendo a far incazzare contemporaneamente Beijing e Taipei.

Il fatto ha provocato manifestazioni nella Cina Popolare che il governo lasciò correre (qualcuno dice che le abbia incoraggiate con la propaganda antigiapponese pompata dai media ufficiali. Cioè tutti) salvo poi chiudere gli spazi quando le manifestazioni si trasformarono in assalti a negozi e attività giapponesi in genere.

E per non sbagliare anche contro quelle coreane.

Ormai è passato un anno esatto dalla nazionalizzazione giapponese delle isole, durante il quale c’è stata sia un’escalation di presenza militare nelle isole Diaoyu/Senkaku sia un accordo della Cina con i paesi dell’ASEAN per provare a definire procedure comuni riguardo alle dispute territoriali. Giusto ieri, 11 settembre 2013, Ishihara è tornato a indossare la propria miglior faccia di bronzo, dichiarando che il governo centrale giapponese (invece di seguire la via conciliatoria con l’ASEAN, questo non viene detto ma è implicito) dovrebbe costruire un triangolo con gli altri paesi che hanno importanti dispute marittime con la Cina, cioè le Filippine (che stanno già facendo di tutto per far saltare l’accordo Cina-ASEAN) e il Vietnam. Sapendo benissimo che la mossa avvierebbe una serie di contromosse obbligate da parte cines, propone anche che il governo giapponese costruisca un faro sulle Diaoyu/Senkaku “per aiutare i pescatori”.

Le Diaoyo/Senkaku garantiscono il controllo su relativamente moderate riserve energetiche, su una discreta zona di pesca ma soprattutto su importantissime rotte commerciali. Uno scontro armato in una zona del genere è razionalmente una stupidaggine per tutti, ma per gli ambienti revanscisti in tutti i paesi è troppo stuzzicante.

Intanto, Ishihara continua a buttare benzina sul fuoco.

dove stiamo andando?

Estemporaneità su Mia Dolce Rivoluzionaria

Era un periodo in cui i Ramblers si sentirono in dovere di fare una versione non-violenta di Contessa… insomma, questo già rende l’idea…
Ecco, Mia Dolce Rivoluzionaria era la messa in musica del bertinottismo più stupido, quel guardare con senso di sufficienza all’eredità del movimento operaio, quel nuovismo privo di qualsiasi contenuto…
E poi quella maniera squallida di dipingere chi non segue la vulgata del nuovo come la caricatura del militante trinariciuto che ripete slogan di cui non capisce il senso, come la peggio destra, o come tutti i rinnegati del comunismo da Occhetto a Migliore…

Di Mia Dolce Rivoluzionaria si sono perse le tracce, rifuggo dai concerti dei Ramblers da anni, non so se la suonino ancora. Nei cortei non la sento, ma nello spezzone di fondo con le bandiere speso non arriva il sound system, magari passa ancora…
Di Occhetto e Migliore è pieno il mondo…

Ninetto e il fumo nella notte

centrodelfiume

 

 

 

 

 

 

 

 

Provo a dare un volto a quei due uomini di cui mi ha parlato Ninetto, un ragazzino che ho incontrato ieri sul treno. Lavora in una fabbrica, come me, e ha gli occhi accesi tipici della sua età. Parla in romanaccio. Sicuramente anche sul suo posto di lavoro il dialetto è la lingua franca per comunicare.

 

Ha gli occhi svegli e accesi dicevo, ricciolo come un putto ma con il fisico che si avvia ad essere quello di un David. E i suoi occhi curiosi accompagnano un racconto. Dice che la sua fabbrica è famosa nel suo paesello alla periferia di Roma per il fumo grigiastro che quasi sempre esce da un comignolo del capannone centrale. Ce pure una ciminiera ben più grossa, ma ormai quella non funziona più. E’ rimasta lì a mò di ricordo e gli anziani la guardano…

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STRATEGIA DELLA TENSIONE EVOLUTIVA #2 – Jovanotti intervistato da Gramellini

Dopo gli endorsment di De Gregori e Jovanotti a Renzi, per il dibattitto precongressuale del PD e per i destini dell’umanità tutta, attendo con ansia l’opinione di DJ Francesco.

BASTONATE

Nell’intervista di Gramellini a Jovanotti pubblicata ieri sulLa Stampa non c’è solo l’appassionato ritratto di una delle maschere più tragicomiche della cultura pop italiana, ma anche la fredda cronaca della risurrezione di un sistema di valori che a dispetto di tutti i nostri peraltro modesti sforzi (due tweet al giorno) di arginarlo alla sfera di influenza di un sistema morale dove il danno è già stato fatto (la solita trimurti Saviano/Fazio/Gramellini, niente di personale e massimo rispetto ma gli unici con una fanbase meno scopabile della vostra sono Geova e Casaleggio). Nonostante io sia un tossico da internet certificato e piuttosto grave, ho sempre qualche problema con le dinamiche base di queste cose -nel senso, più  castronerie contiene più click genera più l’ufficio stampa è contento. Voglio dire, un demente è un demente, giusto? Un brutto pezzo è un brutto pezzo. Nella fattispecie, uno a cui viene chiesto

Non…

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