Stiamo tornando a Scelba/2

Non è che pestare una categoria sociale che non siano gli operai sia meno grave. Non è che il pestaggio degli studenti stamattina a Napoli sia meno grave.

Il punto è che quella cosa che il centro del conflitto sociale è il conflitto tra capitale e lavoro ce l’hanno ben presente, loro. Il capitale, il governo, le forze dell’ordine.

E in fondo, a livello intuitivo, ce l’hanno presente anche le masse che sanno che se arrivi a non poter protestare più neanche perchè ti stanno togliendo il lavoro vuol dire che non puoi più protestare per niente.

E non è neanche che pestare un corteo con dentro il capo della Fiom sia più grave in se che pestare un corteo del sindacato di base o di un corteo del sindacato confederale senza leader nazionali dentro.

Il punto è che Landini ha un’autorevolezza nell’organizzazione di cui è segretario che non ha nessun altro, non c’è la Tomaselli nell’USB e non ce l’ha Camusso nella CGIL (dovrebbe essere chiaro chi io preferisca tra i due, no?). Questa è la differenza tra essere un segretario e essere un “capo”. Occhio, dico “capo” nell’accezione in cui Togliatti era il capo dei comunisti e Di Vittorio era il capo della CGIL. La segreteria si guadagna ai congressi, essere capi lo si guadagna con la fiducia dei membri dell’organizzazione.

E Landini non è solo il sindacalista più autorevole, è quello più riconosciuto e con più consenso anche fuori. (Parentesi: è per questo che si continua a corteggiarlo per farlo diventare il capo della sinistra politica, ma è meglio che rimanga a fare il capo della sinistra sindacale che questo passaggio l’abbiamo già fatto con Bertinotti. Abbiamo già dato).

Indipendentemente dal fatto che la linea di Landini sia da sposare in pieno o no (ecco, di tutte quelle aperture a Renzi sarebbe il caso di discuterne…), manganellare un corteo con dentro Landini vuol dire che non c’è nessun freno alla repressione.

La modernità della Leopolda è riesumare la peggiore destra democristiana. E occhio che Renzi mica si nasconde. Quando traccia la sua genealogia politica ormai non fai neanche più finta di richiamarsi a Dossetti o a una qualunque delle correnti “di sinistra” o “sociali” della DC. Lo dice chiaramente, i riferimenti sono quelli di chi ha governato gli anni ’50 italiani con il manganello. E con i morti fatti dalle celere. Tanti.

Stiamo tornando a Scelba.

Per almeno un decennio dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale è stato normale che durante scioperi e manifestazioni sindacali ci fosse il morto. Attuare davvero i diritti costituzionali è costato il sangue di decine di lavoratori.

Scelba, la destra democristiana, il reparto celere di Polizia. Ci stiamo tornando.

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Oggi

L’opinione pubblica è fomentata, è incitata a tifare che le forze dell’ordine pestino gli ultras, gli zingari, i napoletani, i drogati e le zecche. Ed è tutto funzionale ad arrivare al punto in cui la lotta di classe è manganellabile. Che si carichi così un normalissimo corteo ha un solo senso: dentro ci stavano i dirigenti nazionali della Fiom.

Cacciari/Renzi

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Ben svegliato Cacciari.

Le stronzate di Renzi alla Leopolda le diceva Veltroni alla fondazione del PD e le diceva D’Alema alla fondazione dei DS. E fra l’altro Cacciari queste stesse vaccate le ha cavalcate a lungo. Ricordiamo che le liste civiche di Cacciari sono quelle che hanno imbarcato la destra leghista liberista in nome del Partito del Nord.

Ma è ancora più largo, il problema. Renzi è un’anomalia perchè è un democristiano diventato capo di un partito “socialdemocratico”, ma è la normalità perchè è un capo di un partito “socialdemocratico” liberale. Tutta la socialdemocrazia europea è impegnata a rimuovere passo dopo passo ogni legame coi suoi simboli e con ogni legame di classe.

Che la CGIL manifesti contro il governo del PD è una semplice normalità, i sindacati confederali in giro per l’Europa hanno scioperato contro Schroeder, contro Zapatero e contro Hollande.
Ma di che cosa stiamo parlando?

Partita doppia

Articolo interessante.
Non sono particolarmente convinto sulla funzione unificante di Salvini rispetto a gruppi e gruppuscoli fascisti. Cioè, intendiamoci, si tratta di un’OPA ostile. Salvini si vuole mangiare le energie che ci sono, usarle per darsi una struttura al di sotto del Sacro Fiume Po e poi lasciare chi ancora si ostina a voler far sopravvivere la propria micro organizzazione a grattarsi la rogna.
Il problema è: quante energie ci sono veramente? E’ sicuro che le ultra decennali rivalità tra gruppetti non facciano saltare il giochino prima di arrivare al punto?

RIVOLTIAMONZA

l43-lega-nord-salvini-140122173026_mediumChissà di cosa hanno piacevolmente parlato Matteo Salvini e le milizie filorusse in Ucraina. Le sanzioni? Putin? Il Milan? Chissà di cosa hanno amabilmente discusso Matteo Salvini e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Strade pulite? Parate militari? I capelli di Razzi? Chissà se il segretario della Lega Nord ha raccontato con che voti ha eletto europarlamentari in Centro Italia, con quali associazioni il suo partito organizza iniziative territoriali, chi saranno i simpaticoni invitati alla manifestazione nazionale del 18 ottobre. Immaginate le facce dei combattenti ucraini, che da mesi lottano contro un golpe eversivo attuato col decisivo contributo dell’estrema destra, al sentire quei nomi.

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è nata la piattaforma Support Kobane: sostienila!

Segnalo.

(En passant, ci ricordiamo di quelli che facevano le battutine del cazzo sui “leninisti curdi”?)

Polvere da sparo

Support Kobane e’ una piattaforma creata per movimenti europei e singoli cittadini per consegnare contributi in sostegno alla resistenza di Kobane, che si combatte sul doppio fronte di chi lotta – Kurdi, siriani di altre etnie, attivisti ed attiviste turche – contro lo Stato Islamico ma anche di chi affronta l’esodo da Kobane: piccole municipalita’ al confine, dove il partito di Erdogan non e’ riuscito a vincere alle elezioni e il Governo si limita a mandare carri armati e convogli di polizia. La’ si affollano e accalcano in ogni angolo qualcosa come 160mila persone in citta’ che a malapena ne ospitavano 50mila. Senza contare la privatizzazione selvaggia dei servizi sanitari, della quale l’ospedale di Suruç fra i tanti paga il prezzo insieme ai volontari giunti da ogni lato della Turchia.

Per qualsiasi donazione, non importa quanto simbolica, basta specificare su Paypal l’indirizzo supportkobane@riseup.net come destinatario.

Support Kobane non nasce…

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CVD

CVD
La “sinistra del PD” accetta di votare la fiducia a Renzi sull’articolo 18.

D’altra parte è da quando ho memoria che dalle parti della sinistra radicale si aspetta la salvifica scissione della sinistra dei DS ieri e del PD oggi. E del Partito della Nazione domani.
Nel frattempo è successo che “la sinistra” a cui si faceva la corte è diventata sempre più improbabile, dal correntone con a capo il segretario della CGIL ai gattini di Ciwati.

Ciò che è ancora più tragico, è che nel frattempo quello che è sistematicamente successo è che “la sinistra” a cui si faceva la corte è rimasta saldamente nella casa madre, mentre è stata la nostra “destra” a passare dall’altra parte.

mauro zani

La cosiddetta Direzione è conclusa.
Tutto come da copione.
E come da mia (modesta ) previsione.
Renzi stravince.
E poi potrà mediare concedendo un contentino durante il voto più pericoloso al senato.

Renzi , già.
Un tale che parla di sinistra e si definisce in premessa come cattolico liberale.
Aggiungerei liberista.
Un tipo sveglio comunque.
Ma adesso inutile ripetere l’analisi .
Si sa come la penso.

Meglio per me, per il mio divertimento, indulgere sui ritratti.

1) Poletti.
La mucca buona.
Insuperabile.
Il ministro del lavoro chiarisce che la sua preoccupazione fondamentale è “l’essenza dell’impresa”.
Secondo lui il problema è di adattare “l’ambiente sociale e culturale all’impresa”.
Regan e la Thacher gli fanno una pippa all’imolese.
Uno che ad Imola, dove vige tutt’ora un sistema di potere alquanto coeso, l’avevano mandato alle cooperative solo per toglierselo dalle palle.
Insomma un coglione , secondo gli imolesi, da relegare in un posticino…

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Lode eterna al compagno Hollande?

La Francia ha rotto con l’austerità. Secondo i parametri del discorso pubblico italiano, parrebbe che Hollande sia ad un passo dalla socializzazione dei mezzi di produzione e dalla proclamazione della seconda Comune di Parigi.

Potrebbe sorgere il dubbio che si stia leggermente esagerando. Leggermente, eh.

Austérité-Hollande

Passata l’elezione a presidente, Hollande non è che si sia dimostrato un cuor di leone nell’andare a trattare con la Germania. Anzi.Facendo un passo indietro di qualche mese, possiamo ricordare il governo Letta, insieme agli altri paesi periferici, sotto i continui sproni dei commissari europei a non abbandonare l’austerità. Nonostante il governo Letta non facesse nessuna dichiarazione pubblica a riguardo. Oggi, alcuni di quelli che sono stati rottamati da Renzi girano l’Italia a raccontare che Letta, insieme agli altri PIIGS, stava trattando in camera caritatis per allentare i vincoli d’austerità. E che a rompere il fronte dei paesi in deficit fosse proprio la Francia di Hollande.

Quanto questo corrisponda al vero e quanto sia un’autogiustificazione per aver sostenuto il governo Letta-Berlusconi, è opinabile. Certo è che Hollande le promesse di ricontrattare i vincoli europei le ha tenute in tasca ed è andato a braccetto con la Merkel.

Anzi, quando si è trovato a prendere delle scoppole elettorali, che gli arrivano dal Fronte Nazionale e dalla destra gaullista, s’è spostato ancora più a destra mettendo Valls a capo del governo e sostanzialmente trombando l’ala sinistra del partito socialista.

ricorda la fine di qualcuno?

Poi, l’annuncio fatidico sull’abbandono dell’austerità.

Ma, esattamente, cos’ha annunciato il ministro delle finanze, Sapin? Ha annunciato che, nonostante i tagli da 50 miliardi della spesa pubblica, il deficit quest’anno resterà al 4,4% del PIL e si prevede di rientrare nei parametri del 3% solo nel 2017. In pratica, i tagli restano, il “rifiuto dell’austerità” evocato da Sapin consiste nel rimandare di due anni il rientro.

Poco o tanto?

Poco, perchè la logica fondamentale dei tagli non viene messa in discussione, perchè la destinazione della spesa pubblica rimane anti-popolare: 50 miliardi di tagli a ciò che è direttamente servizio pubblico e 8 miliardi e mezzo di finanziamenti diretti alle imprese. Poco per far fronte alla crescita del Front National che è primo partito alle europee, primo partito nei sondaggi e che riesce per la prima volta a eleggere senatori.

Appare tanto dall’Italia, dove anni di martellamento europeista hanno fatto passare l’idea che i parametri europei siano davvero qualcosa con un senso assoluto e non il frutto di una contrattazione, tanto che appare rivoluzionario che  si faccia la contrattazione.