Obama e Batman

Per La Città Futura ho scritto una breve analisi dell’intervista di Obama al The Atlantic sulla politica estera.

[Hillary] “Clinton e Obama si pongono quindi in due maniere differenti. Per il Presidente in carica è meglio guidare dalle retrovie, lasciare che gli alleati si prendano più responsabilità e non avventurarsi in operazioni di terra dal risultato imprevedibile. Per l’aspirante presidente gli Stati Uniti devono continuare ad assumere il proprio ruolo di guida, visto che gli alleati europei non sono in grado di gestire da soli le grandi questioni geopolitiche.

Questa moderazione di Obama non deve però essere presa come una posizione anti guerra, tutt’altro. Nell’intervista al The Atlantic Obama rivendica gli atti di forza che lui giudica intelligenti. Rivendica l’esecuzione di Bin Laden e l’uso estensivo deidroni per le operazioni antiterrorismo. Ma Obama non rivendica solo le operazioni aeree, rivendica anche il sostegno al Free Syrian Army, l’esercito dei ribelli che combatte contro il governo di Damasco. Rivendica l’aumento di diecimila soldati delle truppe in Afghanistan e lo sconfinamento delle operazioni militari in Pakistan. Rivendica, infine, di aver trattato con l’Iran, ma di essere stato pronto a bombardarlo nel caso il suo progetto nucleare avesse svelato un lato militare tale da porre in pericolo l’esistenza di Israele.

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L’intervista a Obama contiene peraltro molte più cose di quante discusse nell’articolo, in particolare su Putin e sui leader di sinistra dell’America Latina. Obama caratterizza in particolare Hugo Chavez come un pazzariello che è stato lasciato parlare fino a quando un cancro l’ha opportunamente portato via, inoltre rivendica la normalizzazione dei rapporti con Cuba come la dimostrazione che con il dovuto savoir fair anche i più pazzarielli alla fine si redimono e diventano sostenitori dell’Impero Benevolo Americano. Chissà cos’ha pensato Obama quando il pazzariello Raul Castro si è rifiutato platealmente di abbracciarlo davanti alle telecamere…

Detto questo, arrivo all’argomento del titolo. Uno dei passaggi più curiosi dell’intervista è quello in cui Obama paragona il califfato dell’ISIS al Joker del film Il Cavaliere Oscuro. Nel film, il secondo della trilogia di Nolan su Batman, il Joker distrugge l’equilibrio tra i mafiosi di Gotham City e avvia un periodo di caos. Rimane curioso che Obama usi proprio quella scena per descrivere l’ascesa dell’ISIS. Implicitamente Obama paragona tutti gli altri attori della regione ai capi mafia di Gotham, inclusi gli alleati come i sauditi e gli israeliani. Probabilmente Obama non si rendeva conto del paragone che sollevava.

Rimane interessante notare che il motivo per cui Obama usa questo esempio è che, nella sua visione, il Joker e il Califfato sono entrambi dediti al caos per il caos. La cosa ovviamente coincide con la consueta narrativa per cui i nemici di turno (che siano capi di regimi mediorientali, leader populisti sudamericani o membri della dinastia Kim) sono invariabilmente pazzi e i loro scopi sono il male per il male. Una narrativa anti-storica (nel senso che rimuove la storia, rimuove come si arriva a determinate situazioni storiche) ma efficacissima nel dare legittimità agli interventi militari americani. Ciò che a Obama sfugge nel paragone è che il Joker proclama di essere un agente dal caos puro ma nel corso del film dimostra di avere uno scopo, cioè dimostrare l’impossibilità dell’esistenza degli eroi, dimostrare che di fronte alla minaccia terroristica la città di Githam sarebbe sprofondata nel caos e avrebbe rinnegato ogni principio pur di salvarsi. È curioso che il film si concluda proprio con una condanna dell’idea di barattare i principi con la “salvezza dal terrorismo”, mentre Obama usa il film proprio per giustificare l’abbandono di ogni principio (Obama rivendica tutte le azioni militari, incluso il fomentare la guerra siriana) in nome della sicurezza della nazione. A sostenere le posizioni di Obama nel film è invece il procuratore Harvey Dentro,  che non a caso finisce per diventare il cattivo Due Facce.

In maniera abbastanza naturale Batman diventa spesso il portavoce delle istanze più reazionaria della pancia americana, basti pensare al bellissimo e ultra reazionario Batman di Miller. In questo caso Obama scavalca a destra il Batman di Nolan.

Archivio La Città Futura

Negli ultimi mesi mi sono dedicato molto al lavoro per La Città Futura e ho lasciato in maniera saltuaria le segnalazioni qua nel loculo wordpress.

L’idea ora è di fare un archivio delle cose pubblicate fin’ora e in futuro mantenere le segnalazioni aggiornate.

Spagna/Catalogna

30 Maggio 2015: Le elezioni amministrative in Spagna

19 Agosto: Verso il voto in Catalogna; indipendentismo e Unità Popolare

1 Ottobre: In Catalogna la sinistra cresce, ma divisa

14 Novembre: Catalogna, indipendenza senza governo

26 Dicembre: 20 Dicembre: la Spagna oltre  il bipartitismo

6 Gennaio 2016: Catalogna verso nuove elezioni

15 Gennaio: Catalogna: il governo indipendentista c’è!

29 Gennaio: Spagna: è possibile un governo di sinistra?

6 Febbraio: Madrid non ha ancora deciso: governo di sinistra o grande coalizione?

 

SudAmerica

6 Giugno 2015: Il vertice dei popoli di America Latina ed Europa

21 Giugno Resoconto e dichiarazioni della Cumbre de los Pueblos

4 Luglio Dichiarazioni finali della Cumbre de los Pueblos

11 Dicembre 2015: Venezuela, la sconfitta. Per ora

Grecia

16 Luglio 2015: Dalla sinistra di SYRIZA, la lotta continua! (traduzione dell’intervista a Stathis Kouvelakis originariamente apparsa sul Jacobin Magazine)

Giappone

10 ottobre 2015: Il Partito Comunista Giapponese contro le leggi di guerra

Inghilterra

16 Ottobre 2015: Corbyn, la guerra e il sindacato

Svizzera

31 Ottobre 2015: Svizzera ancora più a destra, la sinistra e i comunisti resistono

Portogallo

21 Novembre 2015: Portogallo: è possibile un governo di sinistra?

27 Novembre: Il Portogallo sospeso tra austerità e alternativa

30 Dicembre 2015: Il “salvabanche” portoghese allontana il governo dalla sinistra

Israele

4 Dicembre 2015: Gli affari della Lega con Israele

Francia

11 Dicembre 2015: Onda nera sulla Francia. Perchè la sinistra vera è necessaria in Francia e in Europa

18 Dicembre 2015: L’onda nera sulla Francia

Ucraina

31 Dicembre 2015: Comunisti al bando in Ucraina

Danimarca

12 Febbraio 2016: Danimarca: sinistra euroscettica e referendum

Irlanda

26 Febbraio 2016: Irlanda, il figlio prodigo dell’austerità?

4 Marzo: Irlanda: crolla il governo dell’austerità

Stati Uniti

17 Marzo 2016: Il Medioriente di Obama

“Piano B”: cosa resta della strategia della Sinistra Europea?

Per il Collettivo Stella Rossa ho scritto alcune riflessione sulle conferenze per il cosiddetto “piano B”. Doveva essere una riflessione sulle contraddizioni del “piano B” ma in latga parte è risultata una riflessione sulla strategia del Partito della Sinistra Europea.

“L’idea di base era che i singoli governi potessero temporaneamente disobbedire ai trattati europei per resistere il tempo necessario a creare l’alleanza del sud, che i due anni che separavano le elezioni in Grecia da quelle in Portogallo, Spagna e Irlanda potessero essere gestiti con la costruzione di un movimento europeo contro l’austerità, che si creasse un’onda lunga per tutti i partiti di sinistra, che in Francia e in Italia le sinistre assumessero una dimensione tale da essere credibili come forza di governo e che potessero quantomeno influenzare da sinistra i governi di Renzi e Hollande.[…] La strategia delineata dal Quarto Congresso del PEL è evidentemente a un capolinea, molti dei suoi presupposti si sono rivelati falsi, molti dei suoi obiettivi sono falliti. […]

Uno dei problemi che ci pone questo tipo di iniziative è che la linea politica è spesso soggetta alla volubità di alcuni dei leader. Nello specifico, è evidente che Yanis Varoufakis ha cambiato linea più volte nel giro di pochi mesi, da assolutamente favorevole alla permanenza dei paesi periferici nell’Unione Monetaria Europea ad assolutamente favorevole all’uscita arrivando infine a fondare un movimento politico europeo che mira a democratizzare l’Unione Monetaria Europea e le altre istituzioni continentali. L’elaborazione della linea della conferenza è stata chiaramente influenzata dalle ondivaghe posizioni dell’ex ministro greco.”

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Rimane una nota di colore: dopo la conferenza romana del movimento di Varoufakis, Roberto Ciccarelli sul Maniesto ha scritto un articolo, ovviamente apologetico. Il livello di serietà è dimostato dalla confusione tra il Partito della Sinistra Europea e il gruppo parlamentare GUE/NGL. Spesso quando scrivo mi chiedo se debba insistere nello specificare la differenza tra il Partito e il gruppo parlamentare, è molto consolatorio sapere che al Manifesto invece se ne fottono e mischiano le cose a cazzo de cane.