Un bilancio (serio) di Napolitano

BALLATA NAPOLITANA
di Dino Greco su http://www.lacittafutura.it

Ho conosciuto Napolitano nel Pci, ai tempi del duro scontro che lo oppose ad Enrico Berlinguer. Da comunista fece male. Da comunista pentito, come accade a tutti i transfughi, molto peggio.
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Greco, come molti, distingue tra due Napolitano diversi. Uno che è stato un normale Presidente della Repubblica e uno che si è assunto compiti politici che la Costituzione non prevede per il PdR, diventando di fatto il regista delle manovre politiche e il garante dell’attuazione dell’austerità. Divisione che ha un senso, ma si dovrebbe far iniziare il secondo Napolitano almeno da quando nell’autunno-inverno del 2010 volle evitare le elezioni anticipate e salvò per questo lo stesso Berlusconi che avrebbe defenestrato un anno dopo.
Anche sul primo Napolitano si dovrebbe discutere, certamente non ha inventato lui la figura del PdR interventista, risale almeno a Cossiga, se non a Pertini. Ma non bisogna dimenticare l’attivismo con cui lavorò affinchè il secondo governo Prodi rinnegasse tutte le promesse “di sinistra” e rimanesse nel solco delle compatibilità con l’Unione Europea e la Nato. Si ricordi, per esempio, la famosa vicenda del voto sull’Afghanistan, di Turigliatto e Rossi. I due senatori comunisti votarono contro a una mozione, un atto di fatto senza valore, non una legge, non un voto di fiducia. Si ricordi, soprattutto, che fu Napolitano a stabilire che proprio quel voto su quella mozione doveva essere la misura della tenuta della maggioranza.